Telecaster Nashvegas


TELECASTER NASHVEGAS

Ogni collezione è un po’ come una malattia: possedere pezzi unici, per quello che sono e quello che rappresentano, un modo per continuare a “giocare” anche da adulti.Ma ogni collezione è una cosa seria: oltre un certo livello subentrano inevitabilmente anche considerazioni economiche, relazioni nazionali e internazionali per compravendite, permute, eccetera. Ho cominciato per caso, acquistando come musicista semi-professionista un paio di chitarre. Poi ho contratto il virus della collezione, frequentando poi uno dei negozi di riferimento italiani (GBL) e un liutaio sempre pronti a proporre occasioni uniche e allettanti. Tutto sommato in quel momento me lo potevo permettere, viaggiavo per lavoro e potevo andare a scovare quei pezzi unici in giro per il mondo.



Pian piano le chitarre sono diventate settanta, formando una collezione che va dalle “vintage” Gibson, Fender e Gretsch dagli anni 30 agli anni 70, per arrivare a pezzi unici, rari o molto particolari dei giorni d’oggi dei migliori liutai del mondo. Bellissime quelle che uniscono la maestria del liutaio al talento di un illustratore.



E poi Michael Spalt e James Trussart, liutai ricchi di invenzione e creatività artistica. (Unica sofferenza, il dover tenere tutte queste meraviglie in un magazzino blindato messo a disposizione da un amico industriale, per il non indifferente problema dei furti su commissione).

Quando posso le porto in giro suonando con la mia band (www.bjgmusic.it), come fossero regine di un harem. L’analogia non è peregrina, perché le chitarre hanno fianchi morbidi, curve sinuose, superfici di legno pregiato, vernici – vecchie o nuove che siano- che hanno odori particolari, ben riconoscibili e addirittura afrodisiaci…ecco che riaffiora la patologìa…!



Cominciamo la carrellata che potremmo chiamare “GUIT-ART”, con un pezzo unico al mondo, un “one-of-a-kind” presentato dalla Fender al NAMM 2007. Il NAMM è la più grande fiera del mondo che si tiene ogni anno a Los Angeles. E’ abitudine della famosissima casa americana far realizzare qualcosa di unico da presentare alla grande manifestazione insieme alle novità dell’anno. Durante la fiera, volendo, lo si può prenotare presso il distributore che quell’anno ha il privilegio di vederselo assegnare.



Approfittando di un convegno internazionale sulla tv che si teneva proprio a Los Angeles…mi sono fiondato al Namm. Il caso vuole che, pranzando con alcuni distributori tra cui la Sig.ra Bauer, titolare della Casale-Bauer, storico distributore italiano della Fender, ho scoperto che stavolta toccava all’Italia, e così ho piazzato la mia opzione. Oltretutto non si trattava solo di una chitarra, ma di un trio composto da strumento-custodia-amplificatore, tutti decorati dall’illustratore Dave Newman con immagini simboliche di Nashville e Las Vegas, due luoghi assai rappresentativi della musica americana.



Poter avere quel “trio” significava, oltre che possedere qualcosa di davvero unico al mondo, anche godere di una splendida interpretazione artistica dei simboli di quelle città. Come possedere un pezzo di storia (soprattutto musicale) del principale mito per i musicisti: l’America. Non ci ho dormito su per due notti, finchè – dopo un po’ di telefonate con Carlo di GBL per capire quali pezzi poter vendere per racimolare il denaro occorrente – ho confermato la mia opzione alla signora Bauer.

Ci sono voluti sei mesi prima che arrivasse in Italia…e finalmente l’ho potuta abbracciare. La splendida custodia la porto spesso in giro ai concerti, e la tengo aperta sul palco come metafora della scatola dei sogni che porto sempre con me…


--------

A collection is a bit like a disease: owning unique pieces, for what they are and what they represent, is a way for grown-ups to keep toying around. However, collections are not always child’s play: beyond a certain level economic considerations inevitably take over, as well as national and international relationships for sales, trade-ins, and so on. I began by chance, by purchasing a couple of guitars as a semi-professional musician. Then I got infected by the collecting bug, and started frequenting a luthier and one of the main guitar stores in Italy (GBL), who were always ready to offer unique and appealing opportunities. After all, at that time I could afford it: I often traveled for work so I could go look for unique pieces all over the world. Little by little, the collection grew to seventy guitars: vintage Gibsons, Fenders and Gretsches from the 30s to the 70s, as well as unique, rare or bizarre masterpieces from today’s best luthiers worldwide. Guitars that combine the mastery of a luthier to the talent of an illustrator can be especially gorgeous. Like the works of Michael Spalt and James Trussart, which are rich in invention and artistic creativity. The only drawback is having to keep such wonders in a vault (made available by an industrialist friend), to avoid dealing with the annoying problem of theft-to-order. Whenever I can, I take out my guitars to play with my band (www.bjgmusic.it), treating them as the queens of my harem. Not too far-fetched an analogy, considering that guitars have soft hips, sinuous curves, luscious wood surfaces, and paints -be they old or new- with instantly recognizable or even sensual smells… Here is the collector’s bug taking over again! Let’s start our series, which we may call “GUIT-ART”, with a one-of-a-kind piece presented in 2007 by Fender at NAMM (the largest guitar show in the world, held yearly in Los Angeles). The famous American company often creates unique pieces to show off at the big event alongside each year’s latest releases. During the show, it is possible to book such marvels from the few distributors lucky enough to handle them. While in Los Angeles for an international conference about television, I spent all my free time at NAMM. As it happens, while having lunch with Mrs. Bauer from Casale-Bauer (the historical Fender distributor for Italy), I found out that she would be assigned this year’s unique piece, so I placed my option. Besides, it was not just a guitar: a trio, composed of instrument, case and amplifier, all decorated by illustrator Dave Newman with images from Nashville and Las Vegas, two of the most representative places in American music. Getting my hands on that “tryptich” meant not only owning something truly unique in the world, but also enjoying a wonderful artistic interpretation of the symbols of such cities. It was like owning an actual piece of the musical history of America, the dream land for many a musician. After two sleepless nights considering the deal -as well as several phone calls with Charles from GBL to figure out which pieces I could sell to raise the needed money- I confirmed my option to Mrs. Bauer. It took six months for the guitar to get to Italy, where I would finally embrace it. I often carry the beautiful case at concerts, keeping it open on the stage as a metaphor for the box of dreams that I always take with me…
Telecaster